Vita Pubblica
Vita Pubblica
Di seguito i pareri emessi da UNAR per questioni relative alla vita pubblica:
Con ordinanza n.99 del 2009 il sindaco di Varallo, preso atto della diffusione dell’uso, tra le donne di religione musulmana, di indossare il “burkini” (nome con cui è stato definito il loro costume da bagno) in piscina o in riva ai fiumi e ai torrenti, ha ordinato su tutto il territorio comunale il divieto di indossare il “burkini” in riva ai corsi d’acqua e nelle strutture finalizzate alla balneazione.
La motivazione dell’ordinanza è riferita a “motivi di carattere igienico-sanitario”, nonché di decoro e di tutela della “serenità dei bagnanti, soprattutto dei più piccoli”: da qui il divieto dell’utilizzo nei luoghi pubblici.
La violazione dell’ordinanza comporta una sanzione amministrativa di € 500,00 conciliabile con il pagamento di € 50,00; in caso di reiterazione con nuova violazione commessa entro i cinque anni successivi a quella precedente, la sanzione è elevata a € 100,00.
Il parere di UNAR è che questa ordinanza appare sicuramente viziata ed illegittima per una pluralità di motivi di ordine giuridico.
Trattandosi di una ordinanza contingibile ed urgente in materia di igiene e sanità pubblica risultano inoltre, anche ad un sommario esame, mancanti i requisiti richiesti dalla legge: l’urgenza, la situazione di pericolo, l’efficacia limitata nel tempo.
Leggi il parere completoDivieto uso del Burkini Ordinanza n 992009
Parere n.22 – Rep. 361 – del 14/01/2011
UNAR ha ricevuto una segnalazione da parte di un cittadino del Comune di Resia (Udine), il quale ha segnalato che l’amministrazione comunale aveva inviato alle famiglie residenti un questionario identitario anonimo contenente domande relative alla loro appartenenza etnica, religiosa e linguistica. In relazione a ciò, il segnalante ha chiesto ad UNAR di valutare se questa iniziativa potesse considerarsi legittima o, in alternativa, discriminatoria.
Il parere di UNAR è che, dagli elementi valutati emersi, non siamo di fronte a una discriminazione etnica, avendo il sindaco ben precisato che l’intento del questionario non fosse quello di fare un’indagine linguistica bensì un approfondimento “anonimo” sulla cultura e l’identità resiana.