null Caso Trani, la Cassazione conferma: «gesto motivato da odio razziale»

Caso Trani, la Cassazione conferma: «gesto motivato da odio razziale»

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30 aprile 2021

Non ci sono dubbi, per la Cassazione, sul fatto che la strage di Macerata sia stata connotata da odio razziale. Aggirarsi per le strade di una città «per sparare ad ogni persona di pelle nera» incontrata nel «tragitto» e «senza alcuna ragione di scelta che non sia, appunto il colore della pelle – affermano gli ermellini – è un comportamento dalla obiettiva connotazione di odio razziale».

È quanto si legge nelle motivazioni della condanna definitiva a 12 anni di carcere per Luca Traini (nella foto), il 31enne di «ideologie nazifasciste», accusato della strage di Macerata aggravata dall’odio razziale per aver sparato «a casaccio», ferendo sei migranti, la mattina del 3 febbraio 2018 mentre a bordo della sua auto percorreva diverse vie della cittadina marchigiana. Tutto ciò successe subito dopo il barbaro omicidio, sempre a Macerata, di Pamela Mastropietro.

L’avvocato Franco Coppi, legale di Traini, ha sostenuto che l’imputato «non ha in odio le persone di pelle nera ma avrebbe in odio droghe e spacciatori, identificando questi ultimi con le persone di pelle nera». «È abbastanza ovvia – ha scritto la Cassazione – la considerazione che tipicamente l’odio razziale è caratterizzato dalla assegnazione al gruppo avversato di condotte generalizzate che ne giustificano la valutazione negativa, del tipo – sottolinea la Cassazione -‘tutti ladri’ o, come nel nostro caso, ‘tutti spacciatori. È palese che, dopo aver manifestato la volontà di punire l’omicida di Pamela, Traini ha manifestato la volontà di uccidere i ‘neri’ tout court».