EMERGENZA COVID-19: l’UNAR SCRIVE ALL’ANCI “NO A ORDINANZE COMUNALI DISCRIMINATORIE SUGLI AIUTI ALIMENTARI”
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EMERGENZA COVID-19: l’UNAR SCRIVE ALL’ANCI “NO A ORDINANZE COMUNALI DISCRIMINATORIE SUGLI AIUTI ALIMENTARI”
06 aprile 2020
Questa mattina, Triantafillos Loukarelis, direttore dell’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha indirizzato una lettera al Presidente dell’ANCI Antonio Decaro per ribadire l’auspicio affinchè, nel dare attuazione all’ordinanza della Protezione civile N. 658/2020 mediante misure urgenti di solidarietà alimentare, esse siano dedicate soprattutto alla platea dei potenziali beneficiari più a rischio e in particolar modo ai soggetti senza fissa dimora, alle comunità rom, sinte e caminanti e a tutti coloro che, pur vivendo in situazioni di estremo disagio economico e abitativo, non siano in possesso di residenza anagrafica o di cittadinanza italiana.
“In questa fase di emergenza COVID-19 – afferma Loukarelis – le persone appartenenti all’etnia rom sinti e caminanti rappresentano un gruppo particolarmente fragile che, in alcuni contesti caratterizzati da sovraffollamento e precarietà di condizioni igienico-sanitarie, ha riscontrato particolari difficoltà di accesso a distribuzioni di beni di prima necessità, garantite da realtà di volontariato ed enti locali. Si evidenzia in particolare la situazione di estremo disagio delle famiglie e di numerosi minori contraddistinti da criticità rispetto al proprio status giuridico (i cosiddetti apolidi).
Questo dato – continua Loukarelis – è stato segnalato da numerose associazioni aderenti alla Piattaforma Nazionale rom sinti e caminanti, istituita dall’UNAR e da altre realtà associative operanti in tutto il territorio nazionale. Confidiamo che da parte degli Uffici Servizi Sociali dei Comuni si attribuisca sempre la dovuta attenzione alle necessità di quei beneficiari giudicati bisognosi di solidarietà alimentare, anche qualora risiedano legalmente o senza titolo in insediamenti abitativi marginali, come i campi rom, o comunque siano appartenenti a fasce della popolazione a rischio di discriminazione e soggetti ad estrema precarietà abitativa e sociale.
Auspichiamo pertanto che l’ANCI possa continuare a svolgere la preziosa azione di indirizzo e monitoraggio degli interventi posti in essere dai Comuni, anche in chiave non discriminatoria e inclusiva, per fare in modo che in questo delicato momento per la nazione non si riduca l’attenzione verso i fabbisogni di quelle fasce vulnerabili della popolazione più difficilmente raggiungibili dagli interventi di sostegno sociale” – conclude Loukarelis.