null La Regione Abruzzo condannata per discriminazione degli stranieri nella vicenda dei “buoni spesa”

La Regione Abruzzo condannata per discriminazione degli stranieri nella vicenda dei “buoni spesa”

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26 luglio 2021

Il Tribunale di L’Aquila, con ordinanza del 19.7.2021, ha accolto il ricorso contro la Regione Abruzzo, ritenendo del tutto irragionevole e discriminatoria la scelta di escludere dall’accesso ai “buoni spesa” una quota rilevante di stranieri, regolarmente soggiornanti, che possono trovarsi nella medesima condizione di bisogno degli italiani.
La questione era sorta per effetto della delibera 193 del 10.4.2020 con la quale la Regione aveva stabilito i criteri per l’erogazione di un contributo per l’acquisto di beni di prima necessità da destinare ai nuclei “a rischio di esclusione sociale” a causa della crisi economica provocata dalla pandemia.
L’ASGI e 7 cittadini stranieri di varia nazionalità (Senegal, Guinea, Costa D’avorio, Gambia, Venezuela) tutti residenti a l’Aquila, con il sostegno di ARCI Abruzzo e con il patrocinio degli avvocati Gianni Piscione e Alberto Guariso – hanno chiamato quindi in causa la Regione chiedendo di ammettere ai buoni spesa tutti gli stranieri residenti a parità di condizioni con i cittadini italiani, senza esclusioni derivanti dal titolo di soggiorno.
Mentre tutti i Comuni e le Regioni d’Italia hanno scelto di rivolgere interventi di questo genere a tutte le persone bisognose e impoverite dalla pandemia, senza distinzioni di nazionalità, la sola Regione Abruzzo aveva invece deciso di escludere da tale prestazione di soccorso la gran parte degli stranieri regolarmente soggiornanti in Abruzzo, introducendo il requisito del permesso a tempo indeterminato o del permesso almeno biennale unito ad una “regolare attività lavorativa”. Il primo requisito escludeva quasi la metà degli stranieri regolarmente soggiornanti in regione (cioè tutti quelli che hanno un permesso annuale o biennale, che in Abruzzo sono circa 25.000) mentre il secondo risultava incomprensibile perché l’accesso ai buoni spesa era riservato a persone prive di occupazione e dunque chiedere agli stranieri di avere un “lavoro regolare” (che avrebbe impedito comunque di ottenere la prestazione) costituiva una vera e propria beffa. Ora, in virtù della decisione del Tribunale, la Regione (che nel frattempo ha erogato secondo i criteri discriminatori le somme originariamente stanziate) dovrà necessariamente riaprire il bando e consentire la presentazione delle domande anche ai nuovi aventi diritto, con aggravio di costi e di attività amministrativa.
(fonte https://www.asgi.it apre una nuova finestra )