L’Italia del calcio contro odio e razzismo
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L’Italia del calcio contro odio e razzismo
21 settembre 2019
Una iniziativa esemplare a cui va tutto il nostro apprezzamento, quella che ha visto Milan e Inter aprire il derby mostrando, prima dell’inizio partita, lo striscione”Derby Against Racism” contro l’odio, il razzismo e la violenza negli stadi.
Continui episodi di discriminazioni e di violenza negli stadi, avvenuti soprattutto in queste prime tre giornate, dai cori per Lukaku a Cagliari a quelli rivolti a Kessie a Verona, segnano negativamente il mondo del calcio, dello sport e non sono da esempio verso la nostra società e soprattutto verso le nuove generazioni.
Vogliamo complimentarci con quei club che si stanno unendo per far fronte unico contro tutto questo odio.
Al Milan, con la sua importante iniziativa di creare una task force interna contro il razzismo, con l’obiettivo di sviluppare un programma di attività per sensibilizzare l’opinione pubblica e affrontare episodi o comportamenti razzisti sui social media e allo stadio senza attendere la giustizia sportiva, auspicando che sia da esempio per le altre squadre;
al Cagliari, con la sua lodevole idea di distribuire prima del match con il Genoa, dei volantini con impressi una bellissima poesia di Grazia Deledda contro ogni forma di razzismo e di discriminazioni;
alla Juventus per aver avuto il coraggio di denunciare, per estorsione, alle autorità competenti i capi ultras arrestati.
Un particolare plauso lo rivolgiamo agli allenatori Antonio Conte, il quale ha affermato che bisogna condannare qualsiasi forma di insulto e violenza, mandando messaggi positivi di rispetto verso il prossimo. Parlando della sua esperienza in Inghilterra dove i responsabili di atti discriminatori vengono “messi in prigione e non li fanno più entrare allo stadio” si è reso conto che in “Italia il clima di odio e rancore è aumentato”;
a Carlo Ancelotti, da sempre in prima linea contro questo clima di discriminazioni ed odio, ricordiamo la netta e dura posizione presa dopo gli insulti a Lukaku, che a seguito dei “buu” a Cagliari aveva detto di “no al razzismo” e Federico Bernardeschi, giocatore bianconero che accusato da un ultras di aver lanciato la maglietta a un gruppo di tifosi diverso dal suo , rispondeva “che i tifosi sono tutti uguali, tutti degni e importanti”.
Siamo contenti per questa posizione forte da parte del mondo del calcio, che auspichiamo sia da esempio non solo per lo sport, a dimostrazione che le discriminazioni, il razzismo, l’odio e la violenza negli stadi, si combattono e si possono sconfiggere solo se ci muoviamo in una unica direzione quella della promozione dei valori umani fondamentali, per una società rispettosa ed inclusiva.
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali)