Certificato di idoneità alloggiativa: discriminatorio l’aumento dell’importo deciso dal Comune
null Certificato di idoneità alloggiativa: discriminatorio l’aumento dell’importo deciso dal Comune
Certificato di idoneità alloggiativa: discriminatorio l’aumento dell’importo deciso dal Comune
30 marzo 2021
Dopo la condanna dei comuni di Bolgare, Telgate, Rovato e Pontoglio (Seriate e Albino hanno revocato le ordinanze in sede di conciliazione), questa volta tocca al Comune di Covo, che con delibera di giunta n. 63 del 21.10.2014 aveva aumentato il costo del certificato da € 50,00 a € 210,00 (salvo ridurlo a € 110,00 nelle more del giudizio, anche al fine di tentare di evitare la condanna).
Al giudizio si è giunti a seguito del lungo tentativo di interlocuzione (con assemblee pubbliche, comunicati stampa, richieste di incontri e manifestazioni) portato avanti dall’Unione Inquilini di Bergamo, senza ripensamenti – se non in corso di causa – da parte dell’Amministrazione.
La Giudice bergamasca ricorda anzitutto che “La certificazione di idoneità alloggiativa è un atto amministrativo volto ad attestare l’adeguatezza di un alloggio dal punto di vista igienico sanitario richiesto dalle amministrazioni per il rilascio di alcuni documenti quali il permesso di soggiorno di lungo periodo, anche nell’interesse di familiari conviventi, ed il nulla osta per il ricongiungimento familiare (cfr. artt. 9 e 29, comma 3, T.U. immigrazione nonché art. 16, comma 1, lett. c, d.P.R. 394/1999), al fine di poter assicurare le condizioni minime di vivibilità degli spazi ad uso abitativo (scongiurando così situazioni di degrado e/o pregiudizio delle condizioni di vita dei residenti). Ne consegue che l’imposizione di una condizione (irragionevolmente) più gravosa ai fini del rilascio degli stessi è in grado di compromettere il riconoscimento e l’esercizio del diritto degli stranieri all’unità familiare (tutelato ex art. 8 CEDU), all’accesso al pubblico impiego o alle prestazioni di assistenza sociale, di previdenza sociale o ancora alle erogazioni in materia sanitaria, scolastica e sociale, per i quali è necessario possedere un permesso di lungo periodo”.
La stessa dichiara dunque il carattere discriminatorio della predetta delibera e ordina al Comune di provvedere alla rimozione degli effetti della discriminazione, mediante i seguenti provvedimenti:
– restituire la differenza tra l’importo pagato e quello successivamente fissato con la nuova delibera a tutti gli 8 ricorrenti (3 dei quali hanno dovuto richiedere il certificato ben due volte), ovvero € 100,00, oltre interessi legali;
– restituire la predetta somma di € 100,00 a tutti gli stranieri che abbiano fatto richiesta del certificato di idoneità alloggiativa (pagandolo € 2010,00) nel periodo di validità della delibera e dunque tra l’ottobre 2014 e il gennaio 2019;
– pubblicare un estratto dell’ordinanza sull’Eco di Bergamo e l’intera ordinanza sulla home pagedel sito del Comune, così da consentirne la conoscibilità a tutti i predetti interessati;
– pagare le spese legali dei ricorrenti.
(fonte ASGI apre una nuova finestra )